27 maggio 2024

Gianluca “Cato” Senatore

Gianluca “Cato” Senatore, chitarrista e bassista, è uno dei musicisti di Torino più noti a livello italiano. Già componente dei Loschi Dezi e successivamente degli Africa Unite, nel 1993 ha formato insieme al cantante Giuliano Palma, la band Giuliano Palma & the Bluebeaters, progetto di musica italiana innestato su sonorità ska, rocksteady e soul, aggregazione di diversi musicisti provenienti da Africa Unite, Fratelli di Soledad e Casino Royale. Nel corso della sua lunga carriera ha collaborato con Samuel, Levante e Vinicio Capossela, condividendo il palco e numerosi progetti musicali con alcune delle leggende della musica italiana come Gino Paoli ed Edoardo Bennato.

Il nome The Bluebeaters è un richiamo alla label discografica britannica Blue Beat Records, famosa per il proprio repertorio ska e rocksteady giamaicano, genere che la band propone sia “trasformando classici della musica mondiale da “Wonderful life” a “Believe”, che scrivendone di originali, sempre coerenti con i suoni e le atmosfere delle origini. Il 18 Marzo 2024 The Bluebeaters compiono 30 anni. E sono ripartiti in tour continuando a lavorare per il nuovo disco in uscita dopo l’estate 2024. Hanno anche pubblicato un nuovo singolo, “Non sento più”.

Gianluca “Cato” Senatore. La musica in che modo è entrata, per la prima volta, nella tua vita?

Posso dire che sia entrata nella mia vita intorno agli 8 o 9 anni, avevo un’autentica ossessione per le hit del momento. Il resto l’ha fatto ricevere in regalo uno stereo completo di giradischi, registratore radio e casse nel Natale del 1981. Il mio peccato originale peró è “Still life” dei Rolling Stones uscito nel 1982 dopo che erano stati in concerto a Torino, ma ero troppo piccolo per essere anch’io tra il pubblico dello stadio.

I tuoi gusti musicali si sono orientati da subito verso una direzione precisa e non hai mai smesso di coltivarli con i tuoi ascolti e la tua attività musicale. Quali sono i generi diciamo “fondativi” della tua carriera artistica?

Fino ai 20 anni è stato il rock sia classico che quello contemporaneo del momento. Dopo il ’91, complice il fatto che la musica stava diventando un coinvolgimento diverso dall’essere unicamente un ascoltatore, reggae, ska ma anche hip hop e funky soul, insomma la musica black, sono diventati le mie influenze principali per più di un decennio. Poi i gusti sono cambiati di nuovo, posso dire che le mie influenze sono variate con l’età.

Tre band sono state realmente fondamentali per te: Loschi Dezi, Africa Unite e The Bluebeaters. Riusciresti a racchiudere in una definizione la vera essenza di ciascuna di esse?

I Loschi: furia. Gli Africa Unite: consapevolezza. I Bluebeaters: groove e dettagli maniacali.

Mi fa piacere ricordarti quando suonasti “E’ stata tua la colpa” sul palco con Edoardo Bennato e i Bluebeaters per una puntata di MTV Storytellers. 
Quella canzone, di per sé favolosa, con la tua chitarra elettrica e il sound dei Bluebeaters unito alla voce di Giuliano Palma, l’hanno resa ancora più poetica oltre che travolgente.

Che cosa ti lasciò quella esperienza?

“E’ stata tua la colpa” è uno dei primissimi pezzi che ho imparato a suonare con la chitarra e negli anni della prima adolescenza ero un vero fan di Bennato. Lui ci propose “Mestieri che s’inventano” mandandoci un provino ma noi non fummo molto entusiasti. Chiesi a Giuliano di provare a rilanciare con “È stata tua la colpa” ed Edoardo un po’ stranito accettò ma poi si convinse quando ascoltò il nostro arrangiamento. È stata una grande esperienza perchè condividemmo anche una cena e fu una bella occasione per parlare e ascoltare da un protagonista tanti aneddoti e considerazioni sulla discografia e sul mondo della musica  di quel periodo, la fortuna di ascoltare un punto di vista privilegiato.

Una domanda analoga sulla collaborazione con Gino Paoli per la versione, stupenda, dei Bluebeaters di “Che cosa c’è”, uno dei più grandi classici della musica italiana interpretati dal cantautore di Genova. Un tuo ricordo su questo brano?

Il ricordo legato a “Che cosa c’è” risale ai primi concerti che facemmo dopo l’uscita del singolo. Tantissime persone stavano scoprendo i Bluebeaters grazie a quel brano.
Gino, un gentiluomo severo con  forte senso dell’umorismo. Fu emozionante ospitarlo dal vivo.

I Bluebeaters festeggiano quest’anno i 30 anni di onorata carriera. Come procede la lavorazione del nuovo album a cui vi state dedicando in parallelo con il tour del trentennale? 

Sarà il secondo disco totalmente di inediti, visto che il primo, “Shock”, non ha avuto attenzione perchè rilasciato in pieno Covid. Sarà il nostro “Sandinista”.

 

 

Ph.credits: Elisabetta Riccio