16 aprile 2024

Francesca Argentero

Francesca Argentero, torinese, è Creative director di Inside, spazio creativo di ricerca e sperimentazione, incentrato su grafica, comunicazione e multimedia design. Grafica, illustratrice, ha pubblicato di recente il suo primo libro per bambini, firmato con il fratello, l’attore Luca Argentero: “Stella Stellina. Una dolcissima avventura di Nina e Dudù” (Mondadori). «Una storia dolcissima che celebra i sogni e la fantasia», pensata inizialmente come un omaggio alla sua adorata nipotina, la figlia di Luca Argentero e Cristina Marino, Nina Speranza.

Con Luca ha anche contribuito a fondare 1 Caffè, la prima onlus digitale nata per sostenere le piccole associazioni no profit italiane attraverso la diffusione della cultura del gesto del dono. E proprio 1 Caffè, sotto la direzione generale di Silvia Meacci, ha inaugurato di recente Campo Base, nel Villino Caprifoglio, affacciato sul Parco del Valentino, uno spazio polivalente di accoglienza, supporto e formazione per gli enti no profit, che si concretizza in un vero e proprio co-working della solidarietà. Inoltre la onlus torinese ha appena intrapreso una nuova via per le donazioni attraverso le criptovalute e presenta la sua prima collezione di NFT solidali in collaborazione con Stereotypes Crew e Young Platform, exchange partner di questa iniziativa.

Francesca Argentero, il tuo libro nasce come un regalo di famiglia per poi tramutarsi in una favola destinata a tutti i bambini. Che sensazione hai provato vedendo nelle librerie le pile di copie firmate da te e da tuo fratello Luca Argentero? 

«Di incredulità mista a stupore e paura. La mia idea era all’improvviso diventata realtà e dopo un primo momento di gioia e meraviglia mi ha pervasa una sensazione quasi di timore. Non essendo l’illustrazione il mio lavoro principale, ho iniziato a notare tutti i difetti. Avessi potuto, quasi quasi avrei ricominciato tutto il lavoro da capo! Dopo essermi tranquillizzata, grazie soprattutto alla casa editrice, ho cercato di assaporarne ogni aspetto. Sono una grande fan dell’oggetto stampato, del libro di carta, metto in campo tutti i sensi. Il tatto, l’odore del libro appena stampato, bellissimo».

Quale stile e quale tecnica hai voluto utilizzare per il disegno, nell’illustrazione delle tavole? 

«Sono partita dal disegno a matita su carta. Appartengo alla vecchia scuola. Quindi l’intera fase del bozzetto preparatorio dei personaggi l’ho fatto in questa maniera. Una volta soddisfatta, sono passata a usare Procreate. E’ uno strumento che utilizzo da pochissimo e devo dire che è davvero un sogno. Per chi come me si è formata come grafica pubblicitaria è la sintesi dello strumento perfetto. Unisce la percezione della matita agli strumenti di elaborazione di Photoshop».

1 Caffè Onlus ha appena lanciato nel Metaverso “Spreading Love”, la sua prima collezione di NFT solidali per contribuire al sostegno delle associazioni italiane che operano per diverse cause sociali. Queste nuove opere d’arte raccontano il viaggio della navicella spaziale di 1 Caffè che trasporta su pianeti inesplorati il chicco di caffè, il generatore di solidarietà. Che cosa ti affascina di questo mondo degli NFT?

«Più che l’NFT mi ha sempre affascinato il mondo della blockchain. Chi come me lavora di ”idee”, sa quanto il principio di certificazione sia un grande tema. Con 1 Caffè secondo me abbiamo dato un grande segnale di svolta e innovazione, ovvero la donazione tramite criptovaluta che consente una totale tracciabilità della stessa. La collezione di NFT è una conseguenza di questo pensiero. Ovvero “regalare” un racconto a fronte di questa donazione che racconta quanto potente può essere il gesto del dono. Inoltre ci siamo aperti ad un nuovo target di potenziali donatori, quelli appunto più propensi alle tecnologie e innovazioni, cercando di portare il messaggio che anche chi lavora nel terzo settore ha il potenziale per essere all’avanguardia».

Che ricordi hai delle prime conversazioni, dei primi confronti da cui prese forma l’idea e il progetto di 1 Caffé Onlus?
«Ho un ricordo molto preciso. Io, Beniamino Savio, l’ideatore e presidente di 1 Caffè, e mio fratello, eravamo seduti al tavolino di un bar. Mi avevano coinvolta per la parte di branding di questo progetto. Mi hanno subito conquistata. Eravamo in qualche modo tutti nello stesso momento della vita, in quella fase in cui senti che è il momento di “restituire”. Siamo tutti nati e cresciuti baciati dalla fortuna e 1 Caffè è stato ed è tutt’ora il nostro modo per restituire un po’ di quella fortuna, facendo appunto nel nostro piccolo, del bene al prossimo. Abbiamo quindi innescato un immediato brainstorming e il giorno stesso l’idea ha preso forma. Da questo punto di vista siamo persone molto simili. Abbiamo tanti progetti aperti su tanti tavoli e nei settori più disparati e li coltiviamo tutti con lo stesso entusiasmo ed energia».

Dal tuo punto di osservazione, Torino è una città creativa?
«Credo che ogni luogo sia fonte inesauribile di stimoli, sta a noi trasformare quegli stimoli in creatività».